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VIDEO| Sparatoria allo Zen, sigilli per un bar: “È punto di ritrovo dei clan”

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La polizia ha eseguito un provvedimento, disposto dal questore di Palermo, con cui è stata sospesa per 30 giorni l’attività del bar dello “Zen 1”. La disposizione “a titolo di tutela preventiva, di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini, già nelle scorse settimane messe gravemente a rischio dalla cruenta sparatoria che ha insanguinato le strade” del quartiere.

Lo scorso 23 marzo, in via Filippo Patti, è andata una vera e propria caccia all’uomo, a colpi di pistola, contro tre palermitani, padre e figli, che soltanto per pura coincidenza sono riusciti a sfuggire all’agguato, rimanendo soltanto feriti. Gli investigatori sono riusciti a risalire all’identità della maggioranza dei componenti del commando che ha fatto fuoco sui Colombo. Sei di loro sono stati arrestati. Secondo le indagini, la spedizione punitiva va inquadrata nell’ambito di tensioni e frizioni interne al tessuto delinquenziale dello Zen, sottese alla stessa famiglia mafiosa del popolare quartiere cittadino.

Sarebbero maturati dei dissapori che hanno portato allo scontro di due clan, ben più futili sono stati i motivi che hanno provocato una sequenza di sgarbi e ripicche, vissuti come un affronto da chi è abituato a ragionare fuori dal perimetro della legalità. Sarebbe poi emerso che l’escalation di violenza, conclusa con il plateale tentato omicidio su strada, si sia snodata in più fasi e che tutte le tappe abbiano avuto sullo sfondo, quale punto di ritrovo per gli incontri tra i soggetti coinvolti, proprio il bar “Cherì”.

Nell’esercizio commerciale graviterebbero infatti “frequentatori pregiudicati, la cui presenza è risultata in una pluralità di situazioni verificatesi in un significativo lasso temporale, così come accertato dalle Forze dell’Ordine“. Alla luce di queste considerazioni, il questore di Palermo ha emesso provvedimento di sospensione della licenza del bar, per la durata di 30 giorni, che i poliziotti della Divisione Polizia Amminisrativa e Sociale della Questura e del Commissariato San Lorenzo hanno eseguito, apponendo i sigilli al locale.

 

 


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