Ci si chiede se sia giusto, mentre Palermo e altri comuni siciliani sono in zona rossa, auspicare oggi un’organica programmazione per la promozione turistica regionale; è da ritenere che sia il momento propizio in vista della prossima estate che ci si augura libera da contagi da Covid, a conclusione positiva del piano vaccini che dovrebbe assicurarci la piena immunità. Programmare la promozione turistica, con interventi finanziari e strutturali, è argomento già trattato nel corso degli ultimi anni, ma mai reso attuativo su scala regionale: significa assicurare al turismo impulso e vitalità, soprattutto in quei piccoli centri e borghi esclusi dalla mappa dei percorsi alternativi , nonostante costituiscano il bene culturale, per storia millenaria e clima salubre, non trascurabile.
Fa piacere il recente annuncio da parte della Regione Siciliana e reso noto dall’assessore regionale Alberto Samonà, di uno stanziamento di circa 750 mila euro annui per il prossimo triennio da destinare al restauro di dimore storiche; pur tuttavia, sembra – come è successo in passato – sia la classica politica dei due pesi e due misure, cioè che si preferisce una parte a discapito di un’altra con eguali esigenze. Vabbè, il fondo di solidarietà per i Parchi archeologici per incrementare risorse che saranno incassate dalla vendita di biglietti di ingresso, ma il resto delle “dimore storiche” e borghi antichi ? Dice l’assessore Samonà: “Si conferma l’attenzione del governo Musumeci verso un settore come quello dei Beni culturali che, come altri, in questo momento sta soffrendo per le conseguenze di una crisi rispetto alla quale non potevamo restare indifferenti”. Giusto, ma è anche doveroso chiederci: e per gli altri siti storici,? Quali altri sono sotto l’occhio di ingrandimento politico e amministrativo ?
Programmare per il futuro del turismo e per l’affluenza di turisti, soprattutto provenienti da altri Paesi, vuol dire anche – oltre i necessari e urgenti investimenti strutturali come rifacimento stradale e ristrutturazione di antichi ponti – avviare una campagna pubblicitaria in Italia e all’estero attraverso i mezzi di comunicazione giornalistica e tramite i quotidiani online che sono fonti di informazione diretta casa per casa, e non con sintetici comunicati d’ufficio, che dicono poco o niente, ma con servizi dettagliati di informazione sulle nostre dimore storiche; al riguardo, gli uffici stampa della Regione, i Comuni e l’Anci Sicilia potrebbero concorrere insieme, e d’intesa con il Ministero ai Beni Culturali, affinché il turismo in Sicilia abbia, e come si merita, risonanza internazionale: storia medievale, borghi meno noti ma ricchi di tradizione, buona cucina dal profumo e sapori siciliani, mare blu, spiagge pulite, collegamenti viari più accessibili o più agevoli e qualche tratta ferroviaria in più sono la base su cui puntare per incentivare il richiamo turistico su vasta scala, ed uscire dall’isolamento e fare apprezzare la generosa accoglienza dei siciliani.
Bisogna, altresì, tenere viva l’attenzione verso l’insieme dell’artigianato locale, orgoglio e passione dei siciliani, come quello del ferro battuto con artistiche lavorazioni in stile spagnolesco che servono a proteggere i balconi, o in alcune masserie in cui vivono famiglie dedite alla lavorazione di formaggi, ricotta, alla produzione del vino, alla cura di piante tipiche della Sicilia. Il turismo religioso è un altro bene culturale da proteggere: piccole chiese di campagna presentano mosaici in oro e argento, immagini sacre dipinte da artisti siciliani, chiese medievali con i loro alti campanili e i loro altari che sono autentiche opere d’arte. Percorsi quasi sconosciuti che, invece, vanno inseriti nel piano turistico generale nell’ambito della tutela e dello sviluppo del bene culturale a cui è preposto, essenzialmente, l’assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana.
Programmare prima, per essere pronti alla bella stagione; attivare soggiorni agevolati per gruppi di famiglia, abolire la fastidiosa tassa di soggiorno negli alberghi, rendere rinnovate, con finanziamenti e sovvenzioni, le strutture alberghiere, aprire più musei e gallerie d’arte sono misure importanti per la nuova stagione della Sicilia “perla del Mediterraneo”, con impegno economico del governo regionale e con il contributo privato. Tenendo presenti queste problematiche da risolvere, si potrà affermare, come sostiene l’assessore Samonà, che “non potevamo restare indifferenti” alla valorizzazione.