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Inchiesta sui falsi dati Covid in Sicilia, l’assessore Razza si dimette

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L’inchiesta sui falsi dati Covid in Sicilia ha provocato un terremoto nella Sanità siciliana. L’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, si è dimesso dopo aver appreso di essere iscritto nel registro degli indagati. Secondo l’accusa, avrebbe partecipato ad alterare i dati dei contagi in Sicilia. L’inchiesta è partita lo scorso novembre, oggi è stato arrestato un dirigente del Dasoe ( Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) e due suoi collaboratori. Per loro, i reati contestati sono: falso materiale ed ideologico in concorso. Al vaglio degli inquirenti, invece, la posizione del Commissario per l’emergenza Covid a Palermo, Renato Costa.

“Alla luce della indagine della Procura di Trapani che mi vede indagato – dice Razza – nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi”.

“I fatti che vengono individuati – prosegue – si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione. Come sempre, il fenomeno della lettura postuma delle captazioni può contribuire a costruire una diversa ipotesi che, correttamente, verrà approfondita dell’autorità giudiziaria competente individuata dal gip”.

“Ma deve essere chiaro che ogni soggetto con l’infezione è stato registrato nominativamente dal sistema e nessun dato di qualsivoglia natura è mai stato artatamente modificato per nascondere la verità. Ciò nonostante, soprattutto nel tempo della pandemia, le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni”.

 

 


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