La pedofilia e la pedopornografia non temono il Covid. Se nel 2020 è toccato a tutti restare a casa, questo ha significato affari d’oro per chi sfrutta il materiale prodotto con i bambini, piccoli schiavi dei tempi moderni. È questo, in sintesi, il contenuto dell’edizione 2020 del Report elaborato dall’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org), con sede ad Avola (Siracusa), fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto, da oltre 30 anni è in prima linea a difesa dei bambini. Il Report è stato presentato oggi durante una conferenza stampa online, alla presenza di don Fortunato Di Noto, Presidente Meter Onlus, Nunzia Ciardi, Dirigente Superiore della Polizia di Stato e Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Marisa Scavo, Procuratore aggiunto vicario della Procura distrettuale di Catania, Antonio Scavone, Assessore della famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Sicilia, moderatore Pino Ciociola, inviato di Avvenire.
Nel 2020, Meter, attraverso il suo Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia, ha monitorato la rete e compilato precise segnalazioni che ha poi inviato alla Polizia Postale Italiana e alle Polizie estere. I link sono quasi raddoppiati rispetto al 2019: 14.521 contro 8.489. Meter constata come la quantità di video denunciati è più che raddoppiata, dai 992.300 del 2019 si è passati ai 2.032.556 del 2020. Le cartelle compresse segnalate passano da 325 a 692. Nel 2019 le immagini segnalate sono state 7.074.194, nel 2020 si rilevano 3.768.057, il dato risulta quasi dimezzato a dimostrazione che le “semplici” foto non bastano più- “I pedofili – come spiega il rapporto – ricercano e producono più video per soddisfare i loro desideri malsani, la loro deviata perversione trova maggiore sfogo e appagamento nelle immagini in movimento”.
Secondo il rapporto, i video, fagocitati dai “consumatori” di pedopornografia consentono loro di entrare di più nella “scena” di essere “partecipi’”davanti ad uno schermo degli atti contro povere vittime inermi. Meter ha registrato un incremento del materiale segnalato tra febbraio e maggio 2020. In seguito alle misure di confinamento è aumentato l’utilizzo dei social media e il tempo dedicato alla rete Internet da parte dei minori. Se da un lato la Rete rappresentava l’unica modalità per rimanere in contatto con i pari, con i loro amici, per studiare e per distrarsi dalla routine domestica, dall’altro lato ha esposto i minori ai rischi online, infatti è aumentato il potenziale numero di bambini soggetti ad adescamento online.