Probabile che l’appello del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sia stato pura coincidenza con l’Editoriale di “Cronaca di Sicilia”, sabato 6 marzo, nella parte in cui si riferisce della costituzione nel Trapanese di un nuovo Comune col quale sono state accorpate 8 frazioni e si auspicano ulteriori interventi di integrazione per lo sviluppo economico e sociale dei territori comunali; fatto è che perviene al momento giusto l’appello di Orlando, in nome dell’Anci Sicilia, di cui è presidente, ai Comuni siciliani di fare “rete” per consolidare una piattaforma di proposte per dibattere e sviluppare il coordinamento delle varie realtà meridionali: lo ha lanciato in questi giorni il sindaco di Palermo, “in continuità – ha dichiarato all’Ansa – con il percorso di confronto e condivisione da tempo instaurato con le Anci delle regioni del Sud”. Obiettivo è “un processo riformatore” per la realizzazione fra Comuni di risorse e procedure adeguate alla grande sfida europea.
È sperabile che da questo confronto di integrazione territoriale tra Anci meridionali e Anci Sicilia si destinino anche risorse in favore dei residenti comunali, per procedure e adeguati interventi per l’acquisto a costo zero degli impianti elettronici più adatti alla scuola a distanza, tenendo in debita considerazione lo status quo delle famiglie notevolmente impoverite in questo periodo drammatico e di disoccupazione; l’allarme per i nuovi poveri è nei dati dell’Istat che calcola, in campo nazionale, l’impoverimento per un milione di famiglie e, quindi, impossibilitate a sostenere a lungo corso i costi per impianti elettronici e, forse anche, per l’insegnante privato, nel prosieguo delle lezioni a distanza dei figli. Attualmente in tutta Italia, sono 7,6 milioni i ragazzi costretti a casa per studiare.
A tali spese, non sarebbe un male sociale ed economico se intervenisse il governo centrale con provvedimenti volti a favorire le regioni del Sud, come la Sicilia in cui il disagio economico delle famiglie nei borghi e comuni in cui latita la cura di edifici, sembra, non da adesso ma da anni, una macchia incancellabile. Tuttavia, la Regione Sicilia, con il suo Statuto speciale di autonomia amministrativa, ha la capacità di poter concorrere con velocità in soccorso delle famiglie siciliane in povertà e con la scuola in casa (in 24 comuni siciliani scuole chiuse dal 15 al 20 marzo per decisione della Regione), stabilendo in Commissione bilancio la misura dei provvedimenti, al di là di bonus una tantum e di altri interventi provvisori.
Inoltre, la Sicilia dei borghi e dei comuni, con tradizione storica, attende che finalmente si dia mano allo sviluppo dell’edilizia scolastica pubblica con nuovi edifici e aule ampie, e che si attui un’ampia ristrutturazione di sedi scolastiche non più funzionali. In questo contesto, l’Associazione dei comuni (Anci Sicilia), che chiama, con l’appello ai Comuni del sindaco Orlando, all’integrazione territoriale, può senz’altro assumere il suo ruolo prioritario di rinnovamento che sia da impegno politico-economico-finanziario e sociale nelle prossime elezioni Amministrative, impegno che si identifica nella rinascita dell’economia civile a tutto tondo, tra cui l’educazione dei nostri ragazzi in crisi di valori, soprattutto con la scuola a domicilio.
La pandemia è, nel merito, un atto di nuova accusa contro tutti noi perché ci ha scoperti fragili di fronte al rischio della crescente crisi educativa, e al futuro educativo sempre più lontano. Le maxi risse su strade e piazze tra baby bande (anche di tredicenni, sfuggiti al controllo delle loro famiglie), i tanti abusi tramite i social, le aggressioni alle donne, e le rapine ai negozi per poche centinaia di euro, rappresentano, in questo drammatico tempo del Covid, la negatività assoluta della società in generale e in particolare dei giovani lasciati nel disordine delle idee; il rischio della decadenza educativa sarà quindi sempre più grave. Però l’appello va rivolto anche a noi adulti, cioè a famiglie, associazioni di genitori, a persone della cultura e dell’istruzione scolastica: non lasciamo i nostri bambini e ragazzi senza guida, allo sbando e nella solitudine, ma adoperiamoci uniti, non con l’autoritarismo ma con amore e con spirito di missione, nell’opera educativa. Un progetto di vita sociale difficile ma non impossibile, con la assidua attenzione delle Istituzioni, prima che la crisi educativa dilaghi e ci sfugga da ogni controllo. Il tempo è scaduto. Occorre fare presto.