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Fuori da ogni logica, Sicilia verso la zona arancione? Ma il popolo non è una cavia

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Non basta una pandemia che da un anno ruba vite e lavoro, adesso pare si stia iniziando a giocare con i colori. L’indice di contagio in Italia si è alzato, i weekend sono sul banco degli imputati perché pare siano i giorni in cui gli assembramenti, quindi il rischio di diffusione dei contagi, siano maggiori. Grande l’attesa per i nuovo decreto di Palazzo Chigi che detta le nuove restrizioni in vista di Pasqua e Pasquetta. Al netto dei cambiamenti dell’ultimo minuto, pare che la bozza del nuovo provvedimento preveda che “Dal 15 marzo al 2 aprile 2021 e nella giornata del 6 aprile 2021, nelle Regioni i cui territori si collocano in zona gialla si applicano le misure stabilite per la zona arancione”. Quindi anche in Sicilia. Questo comporterà una nuova stretta alle regole attualmente in corso. I commercianti sono allo stremo. Per loro le risorse sono state, e sono, davvero poche: come dovrebbero continuare a vivere? Ma soprattutto, come si fa a spiegare al cittadino comune che è stato necessario un cambio al vertice della presidenza del Consiglio dei Ministri per vedere cambiare poco o nulla?

Recovery Fund, Mes, fondi vari calati dall’alto di cui non si conosce né la provenienza, nè il ritorno in termini di contributi versati dal Paese, sono spariti dai radar. Palestre, piscine, scuole danza, cinema, continuano a rimanere chiusi. Andare a trovare i propri cari sta diventando un’impresa da agenti segreti. In tutto questo si aggiungano, le morti sospette avvenute in queste settimane in Sicilia. Sì, lo sono sospette e ancora più sospetto è il fatto che in tempi da record, per almeno due di questi decessi, siano arrivate smentite sulla correlazione tra le morti e i vaccini.

L’impressione è che chi ci governa stia navigando a vista. Che senso ha questo stillicidio? Perché non riproporre un nuovo lockdown di un mese con regole draconiane per chi sgarra e uscire una buona volta dallo stato di emergenza. Forse prima si sarebbe potuto fare, adesso sarebbe come soffiare sale sulle ferite di chi non ce la fa più.

 

 


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