Sono in corso in Sicilia occidentale i sequestri delle dosi di vaccino appartenenti al lotto ABV2856 di AstraZeneca. Lo stesso lotto con cui è stato vaccinato Stefano Paternò, il militare morto dopo l’inoculazione ad Augusta (Siracusa). In particolare il Nas dei Carabinieri, sta eseguendo i ritiri dei lotti nelle province di Palermo, Agrigento e Trapani dopo i provvedimenti di sequestro emessi dalla Procura della Repubblica di Siracusa. Lo stesso faranno anche i militari del Nas della Sicilia orientale.
In queste ore si avrà certezza se lo stesso lotto è quello da cui sono state prese le dosi con cui sono stati vaccinati Paternò, Davide Villa e Giuseppe Maniscalco, gli altri appartenenti alla forze dell’ordine che sono morti giorni dopo aver ricevuto la fiala. Il primo ha perso la vita per arresto cardiaco il giorno successivo, il secondo a 12 giorni di distanza. Maniscalco, invece, è morto il 21 febbraio e la Procura di Catania ha aperto una inchiesta. Finora, solo sulla morte di quest’ultimo, l’autopsia ha escluso la correlazione tra il farmaco e il decesso. Per Paternò si attendono gli esiti. Non ci sono certezze ma non si può fare a meno di constatare che i tre siano morti a breve distanza dall’inoculazione del farmaco. Se non si tratta di una coincidenza, si possono quanto meno definire delle morti sospette.
Inchiesta aperta pure a Siracusa per la morte di Paternò, ci sono dieci indagati per omicidio colposo. Il premier Mario Draghi ha sentito Ursula Von der Leyen, si chiede da Ema “un ulteriore review sul vaccino Astrazeneca“: al momento si escludono pure le correlazioni con alcuni casi di trombosi che si sarebbero verificati a ridosso delle vaccinazioni. Si esclude tutto a tempo di record, nel frattempo si registrano morti: nella migliore delle ipotesi, patologie improvvise.
L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco ha sospeso il lotto “incriminato” in tutta l’Italia.