“L’emergenza Covid ha ulteriormente messo in evidenza i gravi deficit della sanità siciliana, come rilevato in istruttorie su apparecchiature non utilizzate o, più specificamente, sulla mala gestio e/o disorganizzazione presso alcune aziende sanitarie nella gestione dell’emergenza pandemica”. È l’atto d’accusa del procuratore della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, Gianluca Albo.
Un altro tasto dolente è il dissesto idrogeologico “fonte anche di dissesto delle finanze regionali, sempre più incise da ingenti, e non di rado ingentissimi, oneri risarcitori a beneficio di proprietari di terreni limitrofi a corsi d’acqua straripati per carenza di manutenzione; le plurime e incisive condanne intervenute nel 2020 impongono di approfondire la rilevanza del nesso eziologico tra inerzie dei competenti organi regionali e oneri risarcitori sostenuti dalla Regione”.
Poi gli Iacp, Albo descrive un quadro desolante: “Anche nel 2020 sono risultati fuori controllo gli Iacp dell’Isola, oggetto di numerose indagini, contestazioni di responsabilità amministrativa per plurime ed eterogenee fattispecie espressive di una singolare intolleranza gestionale alla legge e ai vincoli da essa imposti”.
infine la tirata di orecchie alle consulenze esterne dell’Assemblea regionale siciliana. “La eterogeneità e la sovrapposizione delle fonti di regolamentazione del trattamento economico – si legge ancora nella relazione – ha esposto anche quest’anno alcuni enti regionali alla soccombenza in contenziosi favorevoli ai dipendenti e ai dirigenti. La Procura contabile nei casi più gravi ha, allo stato, invano segnalato alla Presidenza della regione e al competente Assessorato le criticità da superare con un aggiornamento della regolamentazione degli enti vigilati”.