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Le mani dei clan sul reddito di cittadinanza. Questa la scoperta fatta ieri dalla guardia di finanza di Palermo che ha stanato 145 persone, tra cui anche condannati per mafia e i loro familiari, che percepivano il beneficio indebitamente. Tra i denunciati anche il boss della Kalsa, Antonino Lauricella, soprannominato “U Scintilluni”.
Uno sfregio al concetto di legalità e ai principi che regolano il sussidio pensato per le categorie più indigenti. Oggi il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dice la sua.
“Il Reddito di cittadinanza – scrive in un lungo post sulla sua pagina Facebook – ha rappresentato e rappresenta uno strumento importante per combattere disagio e povertà e dai doverosi e approfonditi controlli emerge che la stragrande maggioranza dei percettori sono persone e famiglie in effettivo stato di necessità. Non può però lasciare perplessi il fatto che alcune decine di condannati per reati gravi e gravissimi abbiano comunque potuto beneficiarne prima di essere scoperti dal lavoro d’indagine della Guardia di Finanza cui ancora una volta esprimo gratitudine ed apprezzamento”.
“Nell’epoca della interconnessione digitale e della richiesta a cittadini e imprese di dotarsi d’identità elettronica, è importante che tutte le pubbliche amministrazioni siano dotate di strumenti informatici di verifica adeguati, per esempio con l’interconnessione fra le banche dati della Giustizia con quelle dell’INPS. In questo modo – conclude Orlando – le eventuali dichiarazioni false vengono subito scoperte e sanzionate, alleggerendo anche i compiti propri di INPS per la Famiglia e GdF”.
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