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Carmelo Lucchese, il re della grande distribuzione, a cui è stato sequestrato oggi un patrimonio da 150 milioni di euro, avrebbe manifestato alla famiglia mafiosa di Bagheria (Palermo) la propria disponibilità a dare rifugio all’allora boss latitante Bernardo Provenzano. È quanto emerge dalle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che hanno fatto scattare oggi i sigilli al patrimonio dell’imprenditore ritenuto dagli investigatori “colluso” alla criminalità organizzata. Lucchese, secondo l’accusa, “seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, ha sempre operato sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra”.
Ma non è tutto, secondo gli investigatori Lucchese avrebbe manifestato “la disponibilità alla consorteria mafiosa di Bagheria di un appartamento per dare rifugio a Bernardo Provenzano nell’ultimo periodo della latitanza. Infatti proprio in coincidenza temporale con i più significativi interventi del sodalizio mafioso in favore della Gamac, si è registrato una crescita esponenziale della società, che si è trasformata dall’iniziale impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d’affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni di euro nel 2019″.
Sono stati sequeatrati e affidati ad amministrazione giudiziaria: 7 immobili di cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo; 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative; 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan.