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Governo Draghi, ecco il quesito su Rousseau: Di Maio vota “sì”, ma è polemica tra i parlamentari

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Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”. Questo il quesito che verrà sottoposto agli iscritti nella votazione di oggi sulla piattaforma Rousseau, dalle 10 alle 18.

Intanto, arriva la protesta di 13 parlamentari pentastellati. “La motivazione addotta per il rinvio del voto su Rousseau era l’asserita esigenza di attendere lo scioglimento della riserva sulla composizione della coalizione che sosterrà il governo Draghi nonché l’imprescindibile necessità di valutare il programma di tale governo. Oggi quel voto è stato indetto senza che nulla di certo si sappia né sull’accozzaglia di partiti che voteranno la fiducia, né su ciò che tale eterogenea maggioranza intende realizzare”. Questo il post pubblicato dal deputato Pino Cabras su Facebook dal titolo “Un voto al buio” con la critica alla consultazione prevista sulla piattaforma Rousseau. Oltre a Cabras, firmano altri dodici parlamentari pentastellati: Crucioli, Granato, Colletti, Lannutti, Angrisani, Abate, Maniero, Volpi, Giuliodori, Costanzo, Corrado, Vallascas. I tredici ritengono “che la votazione indetta” su Rousseau “sia tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi”.

“Chi saranno i ministri? Salvini, Boschi e qualche impresentabile di Forza Italia? Quali sono le fasce sociali che verranno sostenute maggiormente? I più deboli, i lavoratori o le banche e i detentori di rendite finanziarie? Nessun obiettivo sostanziale del governo Draghi -sottolineano i 13 malpancisti- è stato messo per iscritto né è stato anche semplicemente enunciato verbalmente. La motivazione del rinvio era dunque un mero pretesto per posticipare il voto ad un momento maggiormente propizio per condizionarne l’esito”.

“Fatto ancor più grave, il quesito su cui votare è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente esecutivo e dalla precedente maggioranza: dati i numeri abbondanti della maggioranza che sosterrà il governo Draghi il MoVimento non potrà condizionarlo neppure facendone parte, ed anzi perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l’operato standone all’opposizione”, sottolineano.

Inoltre -prosegue il post- il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la ‘creazione’ di un Ministero della transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan. Tutto ciò getta dubbi sull’utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del MoVimento”.

Luigi Di Maio, dal canto suo, ha annunciato che voterà sì su Rousseau, per l’appoggio al nascente governo Draghi. E lo farà, spiega nel corso di una diretta Facebook, anche perché “mi fido di Beppe, perché se dice di andare in una direzione, Beppe vede lunghissimo, vede più lungo di tutti noi”. 

 

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