“La Sicilia è suo malgrado teatro di una penosa escalation di femminicidi. L’ultima vittima in ordine di tempo, la cantante neomelodica Piera Napoli, pare si fosse già rivolta alle forze dell’ordine ma non avesse denunciato il marito violento”. A dirlo sono i deputati del M5s all’Assemblea regionale siciliana, per i quali “è chiaro che qualcosa non sta funzionando nella prevenzione e nella repressione. Le persone continuano ad aver paura di denunciare, nonostante i passi avanti fatti dal Legislatore nazionale sul codice rosso”. Per i pentastellati “servono pene più severe e maggiori strumenti per forze dell’ordine e inquirenti”.
Donna assassinata a Palermo, Piera accoltellata dieci volte per gelosia: la confessione del marito
“Oltre a esprimere il nostro cordoglio per la scomparsa di Piera, Roberta e di tutte le donne vittime di violenza – aggiungono i deputati – da legislatori regionali abbiamo il compito etico e morale di incalzare il governo siciliano a prevedere risorse per rendere indipendenti e autonome le donne e incrementare la sinergia di tutti gli attori coinvolti. Servono strumenti normativi e poi ancora prevenzione e informazione. Il reddito di libertà, istituito con legge regionale 3 del 2012, ha un capitolo incredibilmente a zero. È indispensabile individuare le risorse e questa è una scelta politica che il governo regionale deve perseguire”.
“Non esiste la violenza di genere, esistono persone violente e basta – concludono i parlamentari del M5s – la convivenza forzata derivante dal lockdown, utile a contenere la pandemia da Coronavirus, sta purtroppo aggravando gli episodi di violenza domestica. È fondamentale, quindi, che le istituzioni prevedano strumenti utili anche a contrastare questo fenomeno”.