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VIDEO| Delitto di Caccamo, Lorefice: “Roberta martoriata come il corpo di Gesù”

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“Noi qui, stamattina, anzitutto la consegniamo ad un Corpo che è stato anch’esso martoriato e ucciso: il Corpo crocifisso di Gesù di Nazareth. Ucciso con violenza da uomini che non sapevano quello che facevano. Perché chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata”. Sono le parole di monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, durante le esequie di Roberta Siragusa, la ragazza di 17 anni uccisa e gettata in un burrone.

“Nel costato di Cristo, aperto e trafitto con violenza, entrano tutti i cuori lacerati dalla violenza. I cuori lacerati dei familiari di Roberta. I cuori di noi tutti. Non abbiamo parole da darvi, sorelle e fratelli; solo un Corpo, un Cuore, dentro il quale piangere il dolore senza fine della vostra e nostra ‘piccola’ Roberta così martoriata – dice – ma il cuore di Cristo attende anche il dolore – che deve essere dilaniante – e il pentimento, a caro prezzo certamente, di coloro che provocano violenza. La nostra ribellione, la nostra condanna si ferma”.

“Pensiamo a quel verso, citato da Francesco Carnelutti, che fu scritto per placare dei cuori distrutti dal dolore, di fronte ai loro carnefici: ‘Vedo nei tuoi occhi tutta la mia possibilità di male’. Anche il dolore di chi è colpevole ha diritto ad entrare nel cuore di Cristo.  Gesù nel Vangelo dice agli affaticati e agli oppressi: ‘Venite a me!’ (Mt 11, 28). Io oggi ripeto il suo invito: ‘Venite nel riposo di Cristo’. Vieni Roberta nel suo cuore”.

“La tua bellezza insanguinata e sfigurata – ha continuato Lorefice –  nel Crocifisso Risorto splenderà per l’eternità. Venite a Lui, al suo amore, alla sua misericordia, voi a cui Roberta è stata strappata: tu mamma Iana, tu papà Filippo, tu Dario suo amato fratello. Voi suoi amici. Solo nostro Signore, che è morto sfigurato nell’abbandono della croce, dopo aver squarciato con un grido il silenzio del Padre, solo Lui sa come starvi vicini. Senza parole. Accogliendo il vostro silenzio e il vostro grido, la vostra ribellione e la vostra disperazione. Il vostro desiderio di riabbracciare per sempre Roberta. Di comunione eterna. Che solo Dio può dare”.

Lorefice, durante la celebrazione si è commosso fino alle lacrime. Si è più volte rivolto ai genitori a giovane seduti in prima fila con il fratello della vittima. La chiesa Santissima Annunziata stracolma di gente, tra cui parenti e amici della giovane.

Un lungo applauso ha accolto in chiesa il feretro della giovane quando è arrivato ai piedi della scala della chiesa Santissima Annunziata. Dietro la bara i genitori e il fratello della ragazza e subito dopo una gigantografia di Roberta. Un nastrino rosso attaccato al petto dei genitori e degli amici. Un gesto simbolico per dire ‘no’ alla violenza sulle Donne.

“Gli investigatori che stanno lavorando non stanno trascurando nulla. Stanno raccogliendo elementi su elementi, c’è un quadro indiziario gravissimo. Confidiamo che quanto prima si possa riuscire a capire come la povera Roberta abbia trovato quello che ha trovato“. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Canzone, il legale della famiglia Siragusa. “Accompagniamo Roberta oggi in questo suo ultimo viaggio e solo dopo ci concentreremo per darle giustizia, solo con la giustizia questa ragazza riposerà in pace”.

Il dolore degli amici. Un lancio di palloncini rosa e Bianchi ha salutato l’uscita del feretro di Roberta dalla chiesa. Ad accompagnare l’uscita della bara in sottofondo la canzone ‘Vestita di lividi’ di Gionny Scandal. Che recita così: “Se lei non ti ama più, non è perché è una troia. In fondo sei stato tu a far finire questa storia (già). Anch’io sono geloso di ogni tipa. Ma se mi molla butto via l’anello, non la mia vita”.

“Da quel giorno abbiamo il cuore a pezzi e l’anima distrutta. Sei stata strappata troppo presto da questo mondo, dalla Tua famiglia, non vedremo più la dolcezza del tuo sorriso. Vivi e vivrai in eterno in noi”. Sono le parole degli amici. “Non ci sarà giorno in cui non ci ricorderemo di te”, dice un’amica leggendo una lettera. E conclude: “ciao dolcissimo Angelo”.Ti chiediamo scusa per non avere capito fino in fondo, chiediamo giustizia per te”, dice l’amica Denise.

 

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