“La quasi totalità degli ‘uomini d’onore’ che ha scontato una lunga pena detentiva, ricomincia a pieno ritmo la sua attività nell’ambito dell’associazione mafiosa, il giorno stesso della scarcerazione, pur avendo il concreto sospetto di essere oggetto di nuove indagini e l’alta probabilità di andare incontro ad una nuova pena detentiva”. È la denuncia del Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi inserita nella relazione del Presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca, che verrà letta domani nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto.
“Paradigmatico il caso di Giovanni Buscemi, attualmente imputato in stato di detenzione, che, subito dopo aver scontato 24 anni di reclusione, ha subito accettato di essere nominato capo del mandamento di Passo di Rigano; ma sempre con riferimento a soggetti di elevata caratura criminale, si possono citare, in relazione al periodo in esame, anche Scotto Gaetano e Farinella Domenico”, dice Lo Voi. “Proprio per tale motivo è particolarmente importante che la situazione mafiosa palermitana non venga mai sottovalutata, mantenendo elevata l’attenzione dello Stato nei confronti del fenomeno criminale in esame”.
Reati contro la pubblica amministrazione. Il settore dei reati contro la pubblica amministrazione quest’anno registra, nel distretto della Corte di Appello di Palermo, “un andamento lievemente superiore se guardato nel complesso e a livello distrettuale”. I reati iscritti sono infatti passati da 3.552 a 3.832 con una variazione pari al 7,88%.
Violenza sessuale. Nel distretto giudiziario della Corte d’Appello di Palermo “è in calo l’andamento dei delitti di violenza sessuale giunti a 425″. Nei due anni precedenti i casi denunciati erano rispettivamente di 496 e 492. Stabile, invece, il numero di notitiae criminis relative ai delitti di stalking, passato da 1.046 a 1.043 e ai reati di pedofilia e pedopornografia invariate nel numero di 66.
Reati di usura. Boom dei reati di usura nel distretto giudiziario di Palermo, dove i reati sono notevolmente in crescita [+57,55%] dopo il calo del 28% registrato lo scorso anno, cioè di 167 a fronte di 106. In calo invece risultano le denunce in materia di riciclaggio (107 contro le 148 del periodo precedente).
Nel periodo del primo lockdown, dal 9 marzo all’11 maggio 2020, nel distretto della Corte di Appello di Palermo sono stati trattati solo “il 9,6% dei procedimenti civili programmati, mentre per i tribunali la percentuale media si è attestata al 2,7%, sia pure con differenze anche significative tra i vari uffici”. Analogo il dato per il settore penale dove “la percentuale media di processi rinviati, sia in Corte sia nei tribunali, ha mediamente superato il 97%”.
Per il presidente della Corte d’Appello di Palermo questo rallentamento “comporterà una significativa battuta d’arresto nel difficile percorso di recupero di efficienza del settore della giurisdizione civile che nell’ultimo decennio, lentamente ma costantemente, ha determinato una progressiva diminuzione della pendenza complessiva”.