“Eventuali segnali, malesseri o disagi magari c’erano ma parenti ed amici non sono stati in grado di vederli. Sono anche difficili da individuare, sono segnali sottili, sotterranei non sempre chiari ed evidenti”. Lo afferma all’Adnkronos Maddalena Cialdella, psicologa, psicoterapeuta consulente d’Ufficio per il T.O. di Roma, in merito a quanto accaduto nel Palermitano, a Caccamo, dove la salma carbonizzata di una ragazza di 17 anni è stata fatta trovare dal fidanzato, 19enne, in un burrone.
“Un giovane adulto, un tardo adolescente che evidentemente non rispetta le regole dato che insieme alla 17enne si trovava ad una festa, assembramenti che come sappiamo sono vietati in questo momento di pandemia. E questo è un elemento sicuramente importante per comprendere una caratteristica di questo giovane che, come gli altri di quel gruppo va contro le norme sociali, i divieti. Insomma siamo in presenza di giovani restii al rispetto, all’obbedienza delle norme, delle regole imposte. Il trasgredire, per così dire, nonostante la forte pericolosità del momento, è un aspetto molto forte di questo caso”.
“Un altro elemento importante da sottolineare – aggiunge- sono i litigi tra i due, evidenziati anche dagli amici, bisognerebbe capire che tipo di litigio. Il giovane continua a professarsi innocente ma è stato lui a portare gli inquirenti sul luogo dove si trovava la salma della ragazza. Cosa può essere accaduto? Può essere che in seguito al litigio lui abbia perso il controllo e abbia agito la sua rabbia senza rendersi perfettamente conto di cosa stava accadendo? – ha spiegato ancora Cialdella – É una storia che deve essere ben analizzata e che è al vaglio della magistratura. L’aspetto della capacità di gestire il conflitto e le emozioni oltre all’assenza di empatia restano però temi che solitamente si ritrovano in queste storie drammatiche, che ancora una volta vedono coinvolti una giovane minorenne”.
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