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Scuola, musei, stop a spostamenti e all’asporto dai bar: la bozza del Dpcm

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Studenti delle scuole superiori in aula dal 18 gennaio, misure per i bar con ulteriore stretta, impianti di sci chiusi, riaperture condizionate dei musei. Sono alcuni dei punti inseriti nella bozza del nuovo Dpcm che dovrebbe entrare in vigore il 16 gennaio e che sarà valido fino al 5 marzo. Queste alcune delle misure indicate nel provvedimento che il premier Giuseppe Conte si appresta a firmare e che, tra le altre cose, comprendono lo stop agli spostamenti tra Regioni fino al 15 febbraio, approvato con il decreto di ieri.

Gli studenti di licei e scuole superiori torneranno sui banchi dal 18 gennaio, in presenza al 50%, fino al 75%. La restante parte dell’attività didattica si dovrebbe svolgere tramite il ricorso alla didattica a distanza”. Le Università, “in base all’andamento del quadro epidemiologico, predispongono piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza” secondo le “esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca” e “ferme restando le attività che devono necessariamente svolgersi in presenza”.  

Gli impianti sciistici continueranno a restare chiusi, fino al 15 febbraio, secondo la bozza del dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio.  Stretta sulla movida: per bar, enoteche ed altre attività commerciali che vendono bevande e alcolici scatta infatti il divieto di vendita da asporto alle 18.Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) – si legge nel testo – l’asporto è consentito esclusivamente fino alle 18”.

“Il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura” è assicurato a patto che “garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.

Concorsi. Sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità da remoto.

Il giro di vite era stato preannunciato ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dallo stesso Conte. Decisioni che non colgono impreparata la Sicilia che attende una presa di posizione da Roma a cui il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto di istituire la “zona rossa” nell’Isola per almeno due settimane.

La richiesta sulla base dell’andamento dei contagi che nelle ultime settimane hanno raggiunto la soglia dell’allerta sfiorando quasi i duemila casi in un solo giorno. Per questo motivo, Musumeci ha interpellato Conte affermando poi che “ove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, prudenzialmente domani stesso procederò con mia ordinanza ad applicare le limitazioni previste per le ‘zone rosse’ in tutte le aree regionali a maggiore incidenza di contagio, come peraltro richiesto da numerosi sindaci”. Su tutti il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che, nei giorni scorsi, ha invocato l’intervento del governo centrale e regionale per evitare quella che ha definito “una strage“.

 


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