Di nuovo sotto sequestro la palestra Virgin a Palermo. La decisione del Tribunale del riesame ha accolto il ricorso del procuratore aggiunto Sergio De Montis. Il provvedimento diventerà esecutivo quando scadranno i termini o dopo il respingimento dell’eventuale ricorso che la difesa potrebbe fare in Cassazione. Ad ogni modo, l’impianto non ha mai riaperto i battenti per via delle disposizioni contro l’emergenza Covid.
I sigilli ai cancelli della palestra di via Ventura erano scattati l’8 ottobre scorso per dei presunti abusi edilizi. I lavori di ampliamento effettuati pareva non avessero rispettato il progetto presentato prima della realizzazione delle opere.
“A seguito di una lunga e complessa attività d’indagine – riportava allora una nota del Comune – è emerso che per l’edificio preesistente era stata presentata presso gli uffici comunali una Dia per lavori di ristrutturazione. In realtà, l’intervento edilizio ha comportato una ristrutturazione con aumento della superficie utile che necessitava di permesso di costruire, omettendo così di corrispondere gli oneri di urbanizzazione per circa 60 mila euro e ottenendone un ingiusto vantaggio, con la partecipazione di funzionari della P. A. che avrebbero ritenuto legittima la Dia presentata, avendone concordato gli oneri da corrispondere in misura inferiore a quella legittima”.
Il 12 novembre, poi, il gip di Palermo Fabio Pilato ha dissequestrato i locali accogliendo il ricorso presentato dai legali dei proprietari dell’immobile.
Secondo l’accusa, nel corso della ristrutturazione sarebbe stata aumentata la superficie utile dell’edificio, lavori per cui sarebbe stata necessaria la concessione edilizia, che però non era stata richiesta. Nella vicenda sarebbero stati implicati anche funzionari di pubblica amministrazione. La palestra Virgin Active è totalmente estranea alla vicenda.
Pilato aveva spiegato che “Pur riaffermandosi la natura abusiva delle opere in contestazione ed evidenziando ancora una volta la pervicacia criminosa mostrata dagli indagati, deve ritenersi che, escluso il pericolo di crollo, sia venuto meno il pericolo attuale e concreto di aggravamento del carico urbanistico, quantomeno per le opere abusive già ultimate”.
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