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“Care siciliane, cari siciliani, l’anno che si conclude è stato certamente il più difficile dalla Seconda Guerra Mondiale”, inizia così il discorso di fine anno del presidente della Regione, Nello Musumeci.
Prima di porgere i suoi personali auguri al popolo siciliano, il governatore ha passato a rassegna gli eventi più importanti dell’anno appena trascorso, accennando naturalmente all’emergenza Covid e riservando parole di incoraggiamento per una nuova stagione all’insegna della ripartenza. “Un commosso pensiero – ha aggiunto – a tutti quelli che non ce l’hanno fatta”.
“Dalla sofferenza stiamo passando lentamente alla stagione della speranza, restando vigili naturalmente perché il virus è ancora tra noi. Ma il vaccino è arrivato e la nostra priorità è continuare a lavorare affinché milioni di siciliani possano immunizzarsi entro settembre. Anch’io non appena sarà il mio turno mi sottoporrò al vaccino e lo farò con entusiasmo e convinzione”.
“Ci prepariamo alla stagione della ripresa eppure in quest’anno così difficile nn ci siamo mai fermati. Governo e Parlamento, pur nell’appassionato confronto dialettico, hanno dato prova di impegno e responsabilità. Abbiamo messo a disposizione dei più bisognosi, centinaia di milioni. Sono briciole ma che sono servite durante l’emergenza”.
Poi Musumeci si sofferma sul tema del lavoro, problematica endemica per la Sicilia per la quale non esiste vaccino ma grazie a una recente sentenza della Consulta si potrà porre fine al precariato di oltre 50mila persone nell’Isola. “La Corte Costituzionale – spiega il numero uno di Palazzo d’Orleans – ha confermato di recente una nostra legge e chiuderemo così la stagione del lavoro precario. Alla fine della Legislatura, saranno 50mila i siciliani che finiranno di essere condizionati dall’incertezza per il futuro”. Il riferimento è alla sentenza, depositata il 23 dicembre, con cui è stato dato l’imprimatur al processo di stabilizzazione di una folta platea di lavoratori tra Asu ed ex Isu. La Corte, infatti, ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sollevate dalla presidenza del Consiglio dei Ministri sulla legge regionale del 6 agosto 2019.
Fondi Europei. Musumeci poi si è detto orgoglioso di aver potuto certificare per il terzo anno consecutivo l’utilizzo di tutte le risorse europee messe a disposizione “Senza dover restituire neppure un centesimo a Bruxelles, due miliardi e 900 milioni di euro, ma c’è ancora tanto da fare”.
“La Sicilia deve diventare competitiva e attrattiva, occorre spirito di comunità. Il popolo siciliano ha sempre dimostrato capacità ineguagliabili e sono certo – ha concluso il governatore – che sarà così anche nel 2021″.
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