L’assenza di quote rosa nel governo Musumeci, dopo le dimissioni di Bernardette Grasso che dovrebbe essere sostituita da Marco Zambuto, ha scatenato un ampio dibattito nella politica e nella società civile. Tra le varie affermazioni di quest’oggi, si è distinta quella del deputato leghista all’Ars Vincenzo Figuccia che ha giustificato l’assenza delle donne nell’esecutivo con una frase fuor di metafora. A replicargli, a stretto giro di posta, gli assessori donna e le consigliere comunali della rete dei Cento Passi per la Sicilia.
“Il deputato regionale Figuccia – dicono – difende la scelta della composizione monosessuata della nuova giunta Musumeci con queste parole ‘Non conta ciò che è in mezzo alle gambe ma ciò che è in mezzo alle orecchie’ “.
“Ora, il linguaggio sarà censurato, ci auguriamo, dal presidente dell’Ars e dall’intera Assemblea regionale. Ma la parte peggiore di questa, eufemisticamente infelice, dichiarazione sta nel fatto che in Sicilia, purtroppo, il sesso con cui si nasce conta. E conta molto. Conta quando si paga una donna meno di un uomo (in Sicilia ben peggio del già vergognoso 11,2% di divario nazionale). Conta quando si guardano le statistiche sull’occupazione, con il record europeo di disoccupazione femminile”.
“Conta – continuano – quando si deve scegliere un incarico di vertice che, guarda caso, non vede mai una donna proposta (meno del 10% delle nomine regionali alla presidenza di un cda)”.
“Insomma ‘quel che si ha tra le gambe’ in Sicilia conta eccome. E sarebbe bene che il deputato Figuccia riflettesse su questo”.