È iniziato oggi in Italia il V-day con i primi vaccini anti-Covid all’ospedale Spallanzani di Roma. Come previsto dal Piano nazionale, sono stati somministrati agli operatori sanitari che rientrano nelle categorie che hanno priorità. Poi toccherà anche ai cosiddetti soggetti fragili, gli anziani ospiti nelle Rsa, e quelli a rischio, i lavoratori che si trovano all’interno delle strutture.
Nella fase iniziale della campagna vaccinale si prevede una gestione centralizzata della vaccinazione con l’identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l’impiego di unità mobili destinate alla vaccinazione delle persone impossibilitate a raggiungere i punti di vaccinazione. Il personale delle unità vaccinali sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, OSS e personale amministrativo di supporto. Si stima, al momento, un fabbisogno massimo di circa ventimila persone.
È previsto anche il ricorso alle professionalità esistenti nel Paese, anche attraverso la pubblicazione di un invito a manifestare la disponibilità a contribuire alla campagna di vaccinazione anche con la stipula di accordi con il ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito dei percorsi formativi delle scuole di specializzazione medica.
Il personale sanitario e sociosanitario, sia pubblico che privato, ha un rischio più elevato di essere esposto all’infezione e di trasmetterla a pazienti vulnerabili. La vaccinazione del personale in prima linea aiuterà a mantenere forte e attivo il Servizio Sanitario Nazionale.
Gli utenti delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata e della possibile compresenza di patologie pregresse. Pertanto, sia gli ospiti che il personale dei presidi residenziali devono essere considerati ad elevata priorità di vaccinazione.
I vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso il profilo di sicurezza verrà continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione. Al momento non è intenzione del Governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna sarà valutato il tasso di adesione dei cittadini.
Chi rientra nelle categorie con priorità, in questa prima fase sarà contattato con chiamata diretta.
Chi non rientra nelle categorie con priorità. La campagna di vaccinazione proseguirà a fasi che dipenderanno dalla quantità di vaccini disponibili e in ogni caso, riguarderanno nell’ordine le classi di popolazione indicate dal Piano Strategico (scaricalo alla fine dell’articolo).
Al momento queste sono le categorie individuate:la prima categoria è composta da personale sanitario e sociosanitario; la seconda categoria comprende gli ospiti e il personale dei presidi residenziali per anziani; la terza categoria è composta dalle persone che hanno dagli 80 anni in su; la quarta categoria è formata dalle persone che hanno dai 60 ai 79 anni; la quinta categoria è composta da persone di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e/o disabilità.
Il vaccino per i bambini. Attualmente non è raccomandato per i bambini di età inferiore a 16 anni. Si attendono ulteriori studi per poter autorizzare la vaccinazione sulla popolazione pediatrica.
Scarica il Piano Strategico vaccini QUA.
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