Il giudice Rosario Livatino sarà Beato, il primo magistrato nella storia della Chiesa. L’annuncio del Vaticano.
“Oggi sono particolarmente commosso, sto pensando in questo momento a mio zio e mia zia, i genitori di Rosario che hanno atteso questo momento per tanti, tantissimi anni. Penso che in questo momento staranno gioendo insieme in paradiso”. Dice Salvatore Insenga, cugino del giudice Rosario Livatino, unico parente in vita del magistrato.
Il Papa ha, infatti, autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio. Si tratta del primo magistrato beato nella storia della Chiesa. “Il cardinale di Agrigento Francesco Montenegro mi aveva accennato che poteva succedere oggi – dice il cugino – nella commozione del momento sto pensando soprattutto a mio zio Vincenzo e a mia zia Rosalia. I suoi genitori erano molto legati a Rosario”.
Il papà del giudice era fratello della mamma di Salvatore Insenga. “Saranno insieme in quell’angolo di paradiso dove Dio li ha accolti, oggi lì ci sarà una particolare gioia. Spesso faccio iniziative con Libera, sono con loro ogni 21 marzo e so quante tragedie ha fatto la mafia – dice il cugino – Rosario oltre a essere un martire è anche soprattutto una vittima della mafia e io penso a tutte le vittime della mafia”.
Insenga aveva 20 anni quando è stato ucciso il cugino Rosario mentre andava al lavoro, al Tribunale di Agrigento. E ricorda con affetto il “giudice ragazzino”. “Non c’era differenza tra il ruolo di giudice e quello del cugino, era una persona seria e precisa, sia nel lavoro che nella vita affettiva e con i suoi genitori e i parenti era un uomo buono e accogliente”. “Era sempre pronto a mettere la buona parola – dice – mai una parola di divisione era un uomo di pace- ricorda ancora il cugino – io ero molto più giovane ma parlavamo spesso e si discuteva di certi argomenti e lui era sempre accogliente”.