Beni per circa 500mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Enna a un’intera famiglia di imprenditori, denunciati a piede libero per reati fallimentari e tributari. Il provvedimento, firmato dal gip del Tribunale ennese, è giunto al termine di complesse indagini partite dall’analisi di alcune operazioni societarie avvenute tra le imprese della famiglia, tutte attive nel settore della grande distribuzione tra le province di Enna e Catania.
Sarebbero emersi “ripetuti episodi di distrazione patrimoniale preordinati allo ‘svuotamento’ delle casse e dei beni dell’azienda principale“, successivamente fallita con un debito complessivo verso i creditori per oltre 6 milioni di euro.
“Il modus operandi adottato – spiegano gli investigatori – era quello di costituire nuove aziende, riconducibili a membri della stessa famiglia, che stipulavano contratti di compravendita di beni aziendali e di merci con la società destinata al fallimento, resa così in breve tempo una scatola vuota non più in grado di soddisfare i creditori, apparentemente slegata dalle nuove imprese che, di fatto, subentravano nell’attività sfruttandone l’intero compendio aziendale”.
Tra i creditori, oltre ai principali fornitori, figura anche lo Stato per il mancato pagamento da parte della società fallita di imposte e contributi previdenziali per circa 2 milioni di euro.
Cinque le persone denunciate a piede libero, in concorso tra loro, per bancarotta fraudolenta aggravata, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e impiego di denaro e beni di provenienza illecita (autoriciclaggio).
Si tratta di padre, due figli, un nipote e uno dei membri del collegio sindacale, presunto complice della famiglia di imprenditori, che ora rischiano, se condannati, pene da tre a dodici anni di reclusione. Ad essi vanno ad aggiungersi anche quattro società, coinvolte nel reimpiego e nella sostituzione dei beni aziendali della fallita impresa.
Sedici le unità immobiliari sequestrate tra appartamenti, capannoni e terreni nella disponibilità degli indagati, in aggiunta alle somme di denaro depositate su quattro conti correnti bancari, per un valore complessivo di 500mila euro.