“I nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari”. Lo ha annunciato in un post su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il premier Giuseppe Conte e il ministro non hanno visto i 18 pescatori di Mazara del Vallo che oggi, dopo 107 giorni di prigionia, lascieranno la Libia.
Il capo del governo e Di Maio che sono stati nella base di Rajma per un incontro con il generale Khalifa Haftar, hanno detto che sarebbero ripartiti solo dopo l’uscita dal porto dei marittimi a bordo dei loro due pescherecci “Antartide” e “Medinea”.
“Sono veramente contento per la liberazione dei pescatori trattenuti in Libia. Un mio sincero ed affettuoso ringraziamento al generale Caravelli e al personale dell’Aise per la costante dedizione e il determinante lavoro svolto. Unicamente a loro va la mia sentita gratitudine”. Così in una nota il presidente del Copasir, Raffaele Volpi.
L’ANTEFATTO. Nei giorni scorsi a destare scalpore, la notizia della liberazione da parte di Haftar di una nave turca che sequestrata il 5 dicembre è stata poi rilasciata pochi giorni dopo.
Il caso aveva suscitato lo sconcerto tra le famiglie dei marittimi che attendono i loro cari dall’1 settembre. Nei giorni antecedenti all’episodio, si era pronunciato perfino il vescovo di Mazara che inviando il suo messaggio allo Stato aveva detto: “Ora basta, usate i corpi speciali, è un’ingiustizia”.
I diciotto marittimi di Mazara del Vallo sono rimasti in stato di fermo per 107 giorni, bloccati a Bengasi dall’1 settembre dopo essere stati fermati a bordo dei pescherecci Antartide e Medinea, durante una battuta di pesca in un tratto di mare a nord della città libica.
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