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Blitz antimafia a Trapani, 13 fermi: indagato il sindaco di Calatafimi

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Oltre un centinaio di agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, coordinati e supportati dal Servizio Centrale Operativo, hanno dato esecuzione a 13 provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di soggetti appartenenti a Cosa nostra, alcuni dei quali particolarmente vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro.

Tra i 20 indagati, nei confronti dei quali sono in corso perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile e apparecchiature speciali per la ricerca di armi, anche il sindaco di Calatafimi, Antonino Accardo, nonché alcuni imprenditori locali ed un dirigente apicale di un’azienda pubblica di Trapani, anche presidente di una nota cantina sociale, per i quali sono scattate le manette.

Tra i reati contestati quelli di associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso.

Tra i destinatari di fermo c’è anche Salvatore Barone, fino alla scorsa estate presidente del Consiglio di Amministrazione pro-tempore dell’azienda per i trasporti Atm di Trapani, già direttore generale della stessa compagine societaria a partecipazione pubblica.

Il sindaco di Calatafimi, invece, è indagato ma non destinatario di provvedimento per i reati di tentata estorsione e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso.

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