Vini commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane. Su delega della Procura di Palermo, i finanzieri del Comando provinciale, con la collaborazione di funzionari dell’Ispettorato repressione frodi (Icqrf) del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, hanno sequestrato un laboratorio clandestino e di uno stabilimento enologico, entrambi a Partinico.
Nel mirino sono finiti 250 quintali di zucchero solido, 300 già disciolto in acqua, oltre 37mila ettolitri di vini e mosti con indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti e sofisticati con zucchero e acqua. I decreti di sequestro sono stati emessi dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Vincenzo Amico, titolari delle indagini.
Le indagini delle Fiamme gialle di Partinico hanno permesso di accertare che alcune aziende con sede a Partinico, riconducibili a un 56enne con precedenti per reati fiscali (emissione e utilizzo di false fatturazioni, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione per delinquere, anche di tipo mafioso, e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale) avevano realizzato “complessi artifizi contabili” grazie ad altre società consorelle costituite ad hoc e ‘cartiere’, “annotando fittizie introduzioni di mosti, uve e vini, con il mero fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli, commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, ottenuti mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero (miscelato con l’acqua)”.
Le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna – acquistate in nero da aziende con sede in Campania – giungevano in un vero e proprio laboratorio clandestino, gestito da un partinicese di 66 anni con numerosi precedenti di polizia (per estorsione, truffa, violenza privata, reati contro l’economia, ricettazione, falso ed altro). Qui veniva effettuata la miscelazione con acqua, ottenendo così un composto liquido strumentale alla preparazione di falsi vini e mosti. Dopo la miscelazione, il prodotto ottenuto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, dove hanno sede le imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita, che poi vendeva i vini e mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti.
Grazie alle videoriprese nel laboratorio clandestino effettuate dalle Fiamme Gialle di Partinico e alla parallela attività di analisi documentale, svolta insieme ai funzionari dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per gli aspetti di specifica competenza, è stato possibile accertare che, tra il 2018 e il 2020, sono stati venduti dalle quattro imprese vitivinicole coinvolte oltre 90mila ettolitri di prodotto vinoso a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale, risultati estranei alla frode agro-alimentare.