Dopo la polemica scoppiata sul “caso” Terapie Intensive, arriva l’invito del presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Claudio Fava, a fare chiarezza e “i nomi alla Procura della Repubblica”. Il riferimento è al messaggio audio WhatsApp di Mario La Rocca, reso pubblico sabato da la sicilia.it. Il dirigente generale dell’assessorato regionale alla Salute, il 4 novembre, vigilia della classificazione delle regioni, invitava i manager dell’Asp e degli ospedali a “caricare” nelle piattaforme i dati relativi ai posti letto.
In questi giorni, poi, ha parlato anche di “diagnosi false” per non assegnarli ai pazienti Covid e di dirigenti di ospedali che non sarebbero stati in grado di mettere in atto il piano del governo regionale.
“A noi preoccupano le parole del dirigente generale dell’assessorato alla Sanità Mario La Rocca perché dice una cosa che, se vera, è di una gravità strabiliante”, afferma Fava.
“La Rocca spiega che la sua era una sollecitazione dai toni un po’ virili di fronte al fatto che molti medici ostacolavano in tutti i modi l’apertura dei reparti Covid, arrivando anche a falsificare cartelle cliniche. Un dirigente di un assessorato che sappia di cartelle cliniche manomesse e falsificate deve subito fare i nomi, perché qui stiamo parlando di un attentato alla salute dei siciliani. Faccia i nomi e li faccia alla Procura della Repubblica”.
“Per quanto riguarda i manager, vorrei ricordare che a sceglierli sono stati Musumeci e Razza. Di fronte a medici che falsificano le carte e manager che si voltano dall’altra parte – conclude Fava – la politica ha il dovere di agire: si facciano i nomi alla Procura e manager vanno a casa, se è vero quello che dice La Rocca”.