Dopo la visita di venerdì scorso al carcere Ucciardone di Palermo, ieri il presidente dell’associazione Antigone Sicilia Pino Apprendi, insieme a Simona Di Dio, ha visitato il carcere Pagliarelli. “Il Covid in carcere c’è ed è un fatto che deve preoccupare tutti – afferma Apprendi – il carcere è un luogo vissuto oltre che dai detenuti anche da tante persone che equivalgono quasi il numero dei reclusi”.
“A Pagliarelli ci sono 1278 detenuti a fronte di una capienza di 1158 e 760 appartenenti alla polizia penitenziaria, assistenti sociali, educatori, psicologi, infermieri, medici, impiegati amministrativi, volontari e un direttore. Quasi lo stesso numero dei ristretti. Il pericolo è alto: nella prima fase eravamo un poco più tranquilli, ma ora il Covid è entrato prepotentemente in carcere”.
Alla fine della visita, gli osservatori di Antigone si sono incontrati con i rappresentanti del Comitato Esistono i Diritti e con il presidente Gaetano D’Amico e hanno organizzato un sit in sul viale Regione Siciliana, all’altezza del carcere di Pagliarelli, per chiedere l’istituzione del garante comunale dei detenuti e l’amnistia.
“Bisogna alleggerire la presenza in tutte le carceri con l’amnistia e, in attesa, applicare misure alternative come gli arresti domiciliari, soprattutto per chi non ha commesso reati gravi, chi è in attesa di giudizio o gravemente malata. Anche la Corte Europea – conclude Apprendi – ha richiamato l’Italia per applicare misure alternative alla detenzione in carcere”.