La mafia? Ormai è quella dei colletti bianchi. Messina Denaro? Icona mediatica che ha sempre meno spessore nel mondo criminale. A sostenerlo, l’ex pm antimafia Antonio Ingroia.
“Sono convinto che la mafia siciliana ha attraversato un periodo di crisi, ma può essere proprio questo il momento in cui risorge come l’Araba fenice approfittando della crisi economica globale che stiamo vivendo”. Per Ingroia non è da escludere che la crisi innescata dalla pandemia stia già dando la stura per nuovi affari alla malavita organizzata.
“Io ho sempre pensato che negli ultimi anni, quando sono scomparse le figure carismatiche interne alla struttura militare, la vera essenza del potere mafioso sia stata quella zona grigia, oggi sempre più nera, quel ceto di dirigenti, funzionari, colletti bianchi che prima svolgevano un ruolo di meri consulenti e consiglieri e oggi probabilmente hanno le redini dei business finanziari di Cosa nostra”.
Ed è qui che si dovrebbe inserire la figura del latitante Matteo Messina Denaro che però, l’ex magistrato oggi avvocato, descrive con termini più affini a una starlette da avanspettacolo piuttosto che a uno spietato boss. Per Ingroia, infatti, la “primula rossa” di Castelvetrano non giocherebbe più un ruolo fondamentale all’interno dell’organizzazione: “Non credo possa avere lui questo ruolo. Con il passare degli anni Messina Denaro è diventato sempre di un’icona mediatica più che un leader del pianeta criminale che chiamiamo Cosa nostra”.
