Tutti i Centri trasfusionali della rete sanitaria siciliana possono raccogliere plasma iperimmune da destinare al trattamento di pazienti affetti da Covid-19. Lo ha stabilito l’assessorato regionale alla Salute anche dopo un confronto con il Centro nazionale sangue, considerata la recrudescenza dell’emergenza pandemica su tutto il territorio nazionale.
Alla fine della scorsa primavera, la Regione Siciliana ha aderito al protocollo “Tsunami study”, nato sotto l’egida dell’Iss e dell’Aifa, individuando da subito otto strutture trasfusionali e inserendole nel gruppo nazionale dei trials clinici.
Si tratta dei Policlinici di Palermo e Catania, delle Asp di Ragusa, Trapani e Caltanissetta e delle Aziende ospedaliere Garibaldi (Catania), Papardo (Messina) e Villa Sofia-Cervello (Palermo), già in possesso dei requisiti specifici previsti dalle Linee guida per la produzione del plasma iperimmune anti Sars-Cov2 e collegati alle Unità cliniche di trattamento dei pazienti affetti da Covid-19.
“Stiamo assistendo a una straordinaria partecipazione dei siciliani alla donazione del plasma iperimmune per aiutare chi è ancora affetto da Covid-19”, dice Musumeci. “È uno dei processi in atto per tentare di combattere questo nemico invisibile. Noi ci siamo mossi già in primavera aderendo al progetto nazionale e adesso allarghiamo ulteriormente la capacità di raccolta. Sinceramente non sono sorpreso dalla risposta dei cittadini perché, come sempre, quando necessario, la Sicilia è presente”.
Per donare il plasma occorre che questo abbia una massiccia presenza di anticorpi neutralizzanti: il titolo infatti dovrà risultare, sulla base degli opportuni test di neutralizzazione, superiore a 1:160.
Per farlo è necessario inoltre essere guariti dal Covid da almeno 14 giorni e deve essere comprovata la negatività del donatore attraverso un tampone molecolare già effettuato.