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“Ho perso il mio bambino“, lo ripete in lacrime mentre tenta di riprendere l’equilibrio dentro il gommone da cui è stata soccorsa durante il naufragio di ieri al largo di Lampedusa. Il video è stato pubblicato da Open Arms che ha “riflettuto se fosse il caso di mostrare il grido del naufragio, il dolore e la disperazione”.
Poi hanno deciso di rendere pubblico “quello che accade in quel tratto di mare perché i nostri occhi non siano i soli a vedere e perché si ponga fine a tutto questo subito”.
Immagini che rendono, forse in minima parte, l’idea del drammatico salvataggio della ong spagnola che ieri ha soccorso un’imbarcazione con 65 persone a bordo. L’11 novembre, a essere salvati erano stati oltre 120 migranti finiti in mare, al largo della Libia, dopo che il gommone con cui stavano tentando la traversata aveva iniziato a imbarcare acqua.
In sei hanno perso la vita tra cui un neonato di 6 mesi. Secondo quanto riferito in una nota, l’imbarcazione trasportava centinaia di persone, tra cui donne e bambini. Quarantasette sopravvissuti sono stati portati a riva dalla Guardia Costiera libica e da pescatori, 31 i corpi recuperati.
Tra le vittime anche due bambini annegati dopo che le due barche sui cui si trovavano si sono rovesciate. La nave Open Arms – l’unica di una ong attualmente attiva nel Mediterraneo centrale – ha salvato più di 200 persone in tre operazioni.
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