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Ha avuto un colloquio con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e con il presidente della Regione, Nello Musumeci, che lo hanno rassicurato: “Mi hanno detto che non c’è un pericolo focolai nelle scuole”. Da qui la decisione di non chiudere le scuole dell’obbligo a Palermo, scelta annunciata ieri, ma “Mi riservo di firmare un’ordinanza già pronta nel caso in cui i dati non corrispondessero alla realtà. Avrei potuto buttarla in polemica ma non lo faccio, mi riservo di farlo nel caso in cui i numeri forniti fossero sbagliati”.
Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nel corso di una diretta Facebook per fare il punto della situazione sull’emergenza Covid a Palermo.
“Sono stato preoccupato, sono preoccupato e lo sarò finché non si troverà una soluzione alla pandemia. A settembre ho chiesto a Razza (l’assessore regionale alla Sanità, ndr) i dati sui contagi da Coronavirus, dieci giorni fa è stata accolta. Noi sindaci ogni giorno li riceviamo ma non è stata evasa la richiesta dei dati inerenti alle strutture sanitarie”.
Poi Orlando punta l’indice verso l’organizzazione sanitaria in Sicilia: “Si assiste a una ricerca di posti Covid che finiscono col determinare la chiusura di reparti destinati ad altre patologie”.
“La Sicilia è tra le regioni con il minor numero di tamponi eseguiti. Dobbiamo chiedere e pretendere uno screening più ampio e noi per collaborare abbiamo messo a disposizione la Fiera del Mediterraneo. Mi auguro che ci dichiarino ‘zona verde’ ma se saremo ancora ‘arancione’ o ‘rossa’, naturalmente speriamo di no, dobbiamo sapere cosa fare e ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”.
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