Il nuovo Dpcm firmato nella notte dal capo del governo Giuseppe Conte, che sarà in vigore dal 14 ottobre al 13 novembre, contiene una novità principale: il divieto di feste provate al chiuso o all’aperto e la “forte raccomandazione” di evitare di ricevere in casa più di sei familiari o amici alla volta.
Ristoranti e bar. Dovranno chiudere alle 24: dalle 21 è vietato consumare in piedi, solo i locali muniti di tavoli pssono continuare a servire i clienti.
Mascherine. L’articolo 1 del Dpcm stabilisce che “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande“. Sono esentati i bambini al di sotto dei 6 anni e coloro che soffrono di patologie incompatibili con l’uso della mascherina.
In più, non è obbligatorio ma “fortemente raccomandato” l’uso della mascherina anche in casa se all’interno delle abitazioni ci sono persone non conviventi.
Feste. Restano chiuse sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi. La novità, rispetto ai precedenti Dpcm, è che sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto.
Nessun divieto, come del resto prevedono le regole fissate dai protocolli in vigore, per le cerimonie civili o religiose come i matrimoni. Le feste nuziali, invece, possono svolgersi solo in presenza di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti.
Scuola. “Sono sospesi – si legge nella bozza – i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio”. Inoltre non è prevista la didattica a distanza, neppure per le scuole superiori.
Movida. “Le attività dei servizi di ristorazione sono consentite fino alle 24 con servizio al tavolo e sino alle 21 in assenza di servizio al tavolo”. Rimane consentita la “ristorazione con consegna a domicilio” e quella con asporto ma è vietato consumare sul posto o nelle adiacenze dopo le 21.
Cinema e concerti. Resta il limite di 200 spettatori al chiuso e di 1.000 all’aperto. La distanza dei posti a sedere deve sempre essere di un metro.
Stadi. la presenza del pubblico è consentita “con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatoriall’aperto e 200 al chiuso“. Va garantita la distanza di un metro e la misurazione della febbre all’ingresso. Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire, d’intesa con il ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori.
Sport. Vietate gare, competizioni e attività legate allo sport di contatto amatoriale. Quelle agonistiche sono consentite alle “alle società professionistiche e ‒ a livello sia agonistico che di base ‒ alle associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP), nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi”.
