“Ad oggi ha aperto poco più del 25% degli istituti in Sicilia con prevalenze degli istituti superiori e di quelli paritari“. A dirlo, l’assessore regionale all’Istruzione, RobertoLagalla, durante il suo intervento all’Ars sulla riapertura delle scuole.
“La scuola non è un luogo Covidfree, impossibile pensare che possa essere al riparo dal contagio ma è il luogo pubblico dove con maggiore facilità e più accuratamente può essere definito il contact tracing”.
Sono in previsione i controlli previsti dal protocollo per il sospetto di contagio e questi sono differenziati a seconda che si manifesti a casa o a scuola: “Pensare che a ogni caso di positività corrisponda la chiusura della scuola – aggiunge Lagalla – è illogico. Esistono azioni di varia portata che in relazione ai contatti individuano i gruppi oggetto di sorveglianza o quarantena”.
Al primo censimento sulla necessità di aule, la Regione Siciliana ha rilevato “una richiesta di oltre 1200 aule. La successione degli interventi posti in essere ha consentito di soddisfare, non senza difficoltà, la più larga parte delle richieste”.
Secondo gli ultimi dati il fabbisogno residuale è di poco meno di 150 aule distribuito in 50 comuni dell’Isola con una incidenza più elevata nell’area metropolitana di Catania dove insiste il 60% delle necessità.
Il ministero, inoltre, ha concesso in deroga oltre 10 mila unità di personale scolastico, fra cui 6500 docenti. “A tutt’oggi l’assorbimento di queste risorse non è completo. L’Ufficio scolastico regionale assicura che entro il 18 settembre potrà essere completato ma più ragionevolmente – conclude Lagalla – pensiamo che come avvenuto ogni anno si possa arrivare a una data più avanzata ma che non pregiudica lo sforzo che è stato fatto per assicurare continuato e qualità di interventi”.